Il museo del lino
Museo del lino
Centro culturale di Pescarolo ed Uniti
Il museo del lino
La nascita e la diffusione dei musei etnografici italiani è caratterizzata da radici comuni. Agli inizi degli anni ’50 del ‘900, singoli individui o piccoli gruppi, avvertono la necessità di “salvare” un patrimonio materiale di strumenti e oggetti d’uso quotidiano che parlano di tecniche, credenze e pratiche che, durate per secoli, stavano rapidamente scomparendo sotto la spinta del processo di meccanizzazione del lavoro agricolo e del contemporaneo esodo verso la città industrializzata.
A Pescarolo fu Casimiro Becchi, impiegato comunale e militante politico, a dare inizio in quegli anni alle prime collezioni raccogliendo oggetti e strumenti nelle case e nelle cascine. Alcuni anni dopo, la sua lungimiranza lo portò ad avvalersi dell’apporto di un gruppo di giovani che si riunivano attorno ai tavoli della storica biblioteca comunale. Animati dall’amore per il rito di fuoco, da sempre al culmine del carnevale di Pescarolo, avevano fondato la rivista “Il Falò” e dato inizio alla ricerca tempestiva e alla trascrizione delle fonti immateriali in grado di fornire la chiave interpretativa del rito.
Da questo incontro nacque il nucleo fondativo del Muso del Lino che ancora oggi costituisce il gruppo portante dei volontari che reggono l’attività museale. L’attitudine alla ricerca accrebbe ad ampio raggio i suoi obiettivi: le donne che avevano lasciato i campi per il lavoro in filanda; contadine che integravano il misero salario con l’allevamento del baco da seta; giovani ragazze che dopo la zappa prendevano ago e filo per ricamare e costruirsi la dote; donne e uomini che lavoravano la terra per crescere la pianta del lino: un corpus vasto ed emozionante di storie di vita e di lavoro.
Inoltre già nella prima fase di vita del museo, venne fatta la scelta fondamentale di individuare nella coltivazione del lino il tratto identitario della cultura contadina in questo territorio. Ciò intensificò la raccolta degli strumenti che presiedono alla lavorazione della fibra con tecniche manuali: oggi è l’unico museo in Europa a possedere ed esporre l’intera sequenza, dall’estirpazione della pianta al telaio per la tessitura; inoltre sono conservati più di 4.000 manufatti in lino che costituivano la dote, nella quasi totalità di provenienza pescarolese.
Fra le altre collezioni presenti nel Museo,dagli attrezzi agricoli alle terrecotte per la conservazione dei cibi e agli utensili per l’illuminazione, una particolarmente rilevante è la serie completa degli strumenti per la coltivazione del baco da seta, arricchita da macchine per la filatura dei bozzoli e la torcitura del filo.
Testi a cura di Fabrizio Merisi, foto di repertorio.
INFO E PRENOTAZIONI PRESSO:
Società cooperativa
“Il Borgo”
Via Quinzani, 9
26029 Soncino (CR)
Tel/Fax 0374 83675